La notizia da dell’incredibile, eppure è tutto vero. La famosa US Navy, grazie ai ricercatori della Divisione Tecnologia e Scienza dei Materiali del Naval Research Laboratory (NRL) è riuscita a trasformare l’acqua di mare in carburante. “Si tratta del raggiungimento di una pietra miliare”, afferma il Viceammiraglio Philip Cullom.
COME FUNZIONA
Il funzionamento del rivoluzionario processo consiste nel separare anidride carbonica e idrogeno dall’acqua di mare grazie al passaggio forzato con una cella elettrificata (E-CEM). Al passaggi dell’acqua, si cambiano gli ioni idrogeno prodotti al livello dell’anodo con ioni sodio, che consentono quindi il processo di acidificazione. Nel catodo, invece, l’acqua viene trasformata a gas idrogeno formando idrossido di sodio, producendo quindi idrogeno e anidride carbonica. L’idrossido di sodio viene poi reinserito nell’acqua di mare per eliminare l’acidità. Successivamente, i sottoprodotti attraversano una camera di reazione riscaldata con l’aggiunta di un catalizzatore ferroso. A quel punto i gas interagiscono tra loro creando idrocarburi insaturi a catena lunga e metano che vengono infine trasformati in molecole da sei a nove atomi di carbonio. Il carburante viene accolto con un catalizzatore al nichel. Qui sotto un video con il dottor Heather Willauer che spiega il funzionamento di tale processo:
I ricercatori hanno anche dimostrato come l’utilizzo di questa nuova tipologia di creazione di carburante sia possibile anche per alimentare gli aerei. A tal proposito è stato pubblicato un video dove gli stessi ricercatori hanno filmato un modello in miniatura di un aeroplano del tipo P-51 Mustang in grado di volare grazie a questa incredibile forma di alimentazione:
Si è calcolato che il costo effettivo della produzione di questo carburante risulterebbe al massimo sui 3-6 dollari al gallone. Tuttavia, si sta cercando già di migliorare il funzionamento di questa tecnologia prima di metterla sul mercato: i ricercatori infatti stanno cercando di creare un sistema per aumentare la quantità di CO2 e idrogeno che il processo è in grado di catturare (attualmente al 92% di efficienza). “Abbiamo dimostrato la fattibilità, ora vogliamo migliorare l’efficienza del processo”, afferma il chimico Heather Willauer.
I VANTAGGI sarebbero molteplici, anzitutto a partire dalla creazione di una fonte di energia effettivamente rinnovabile e non inquinante. Sostituirebbe del tutto i tradizionali carburanti derivati il più delle volte da combustibili fossili, sempre più “rari” e sempre più costosi. Le navi sarebbero in grado di viaggiare molto più a lungo, senza dover essere costrette a fermarsi per fare rifornimento. Sarebbe un metodo a dir poco rivoluzionario che stravolgerebbe le normali regole tecnologiche riguardanti la creazione di carburanti. Gli autori della scoperta credono che navi equipaggiate con questa nuova tecnologia non saranno presenti prima di 10 anni perché avranno bisogno di riconversioni di massa che richiederanno tempo ed investimenti, e chissà se in questo lasso di tempo non si pensi di fare qualcosa di simile anche per altri tipi di veicoli. La cosa giusta da fare sarebbe in questo caso diffondere il più possibile questa incredibile notizia in modo da evitare che la cosa venga inspiegabilmente “dimenticata” come spesso accade quando si vanno a contrastare interessi miliardari come quello del commercio dei carburanti tradizionali. Questa volta però, siamo fiduciosi che l’impresa vada a buon fine e che non rimanga un’esclusiva di pochi strumenti militari, bensì dell’intera comunità internazionale.
Ulteriori informazioni disponibili su:
http://www.nrl.navy.mil/media/videos/