Dichiariamo illegale la povertà

Se vogliamo vivere in un mondo di cittadini non possiamo accettare i processi di impoverimento su scala mondiale come il sistema finanziario che ormai determina il valore delle cose. E’ predatorio, non considera altro valore al di fuori del rendimento dell’investimento finanziario. Ecco perché la finanza speculativa è creatrice di tutte le inuguaglianze e di tutte le predazioni dei beni della natura, come anche delle risorse umane. Riccardo Petrella

Il Passaparola di Riccardo Petrella, Prof. emerito dell’Univ. Cattolica di Lovanio Belgio e promotore dell’Univ. del Bene Comune:

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“Buongiorno a voi tutti amici del Blog di Beppe Grillo, sono Riccardo Petrella, professore emerito dell’università Cattolica di Lovanio Belgio e tra i promotori dell’ acqua pubblica e della lotta contro la privatizzazione dell’acqua e servizi idrici, così come promotore di un’ iniziativa internazionale che si chiama dichiariamo illegale la povertà.

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Il significato di questa iniziativa è di mettere fuori legge i fattori strutturali che sono all’origine della creazione dell’alimentazione dei processi di inuguaglianza, dei processi di esclusione, che caratterizzano il processo di povertà.

Infatti la povertà non è un fenomeno di natura, non è come la pioggia, la povertà è un fatto sociale, risultato di una società ingiusta, di una società che si fonda sui principi che non riconoscono che tutti gli esseri umani sono uguali di fronte al diritto alla vita.

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Oggi i poveri sono più di 3 miliardi, e nel 2050 potrebbero raggiungere i 4 miliardi, se le cose non cambiano. Questa iniziativa mira a attaccare le cause della povertà, non a curare i sintomi della povertà, come per esempio quando si fa la carità, si aiutano i poveri a mangiare o vestirsi, o si aiutano i Paesi detti sottosviluppati, a sviluppare le autostrade, le case, etc., no! Si tratta di incidere sulle cause strutturali, e quali sono le cause strutturali dell’impoverimento?

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La prima è il sistema finanziario, perché ormai determina il valore delle cose, è predatorio, non considera altro valore al di fuori del rendimento dell’investimento finanziario. Ecco perché la finanza speculativa è creatrice di tutte le inuguaglianze e di tutte le predazioni dei beni della natura, come anche delle risorse umane.
dichiariamo illegale la poverta 2018La seconda causa sono i processi di mercificazione e di privatizzazione della natura, privatizzazione dell’acqua, dell’aria, etc., e privatizzazione anche degli elementi umani come i geni, i semi per la agricoltura, la conoscenza. Bisogna intervenire su queste cause per poter ridurre ed eliminare i processi di inuguaglianza, perché in fondo poi l’impoverimento è l’affermazione delle inuguaglianze e della apparente legittimità delle inuguaglianze.
Terzo fattore dell’impoverimento del mondo è la visione che abbiamo dell’altro.

Sempre di più non rispettiamo l’altro, rigettiamo l’altro, l’altro che invece è fondamentale per tutti noi, è considerato come causa di problemi, l’altro diventa il nemico, ecco per cui le azioni di dichiarare illegale i fattori legati al non riconoscimento dell’altro, diventano fondamentali per avere una società dove l’ingiustizia, basata sull’inuguaglianza, non sia determinante.

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Le cause dell’impoverimento si manifestano attraverso leggi, istituzioni, pratiche sociali e collettive.
Per esempio perché le leggi oggi consentono a una società quotata in borsa di diventare gestore di un ospedale? Non si può affidare a una società che ha interessi speculativi la gestione di un ospedale.
Ecco, bisogna cambiare queste leggi.

Perché consideriamo che non sia possibile avere un sistema di salute pubblica? Dove i cittadini, contribuiscono anche sul piano finanziario, ma soprattutto partecipano alla gestione. Un bene pubblico non significa sono che è proprietà del governo o dello Stato, significa invece che i cittadini partecipano.

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Un bene, un servizio è pubblico quando i cittadini sono parte attiva, non quando sono solamente utilizzatori o consumatori del servizio che è gestito da una impresa pubblica. La pubblicità dei beni comuni è caratteristica della partecipazione dei cittadini, e terzo, per quanto riguarda il rigetto dell’altro noi vogliamo, anche in Italia, eliminare le cooperative di lavoro da caporalato. In Italia sono più di duemila le cooperative di lavoro, di tipo cristiano, di origine anche rossa, che sono diventate degli strumenti potenti di sfruttamento soprattutto dei lavoratori migranti.
E in questo contesto noi stiamo tentando di organizzare i processi di chiusura dei centri di identificazione e espulsione al livello europeo nell’ambito del trattato di Shenghen.

In breve una società giusta non crea povertà, una società ingiusta crea povertà e ecco perché oggi se qualcuno vuole vivere in futuro in una società giusta non deve andare negli Stati Uniti ad abitare, non deve venire in Italia, deve andare in Svezia, Danimarca, Norvegia, società che malgrado tutto restano più giuste della società italiana e americana.

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Spero che quello che avete sentito voi posiate diffonderlo e passate parola, perché la parola è l’arma più potente, pacifica, per cambiare il mondo.”

Fonte: BeppeGrillo.it

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Ulteriori informazioni su “Dichiariamo illegale la povertà” su: www.banningpoverty.org

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