Il Presidente della Russia svela al pubblico un accordo con Cuba per cancellare miliardi di dollari di debito del vecchio regime sovietico per migliorare i rapporti con il suo alleato storico della Guerra Fredda.
Una tattica che sicuramente metterà ulteriormente in cattiva luce i rapporti con i paesi occidentali: UE e USA hanno dimostrato ufficialmente la loro indignazione per la questione ucraina, mentre si allarga la frontiera di un accordo tra paesi emergenti o “messi da parte” dalla storia dell’ormai lontano XX secolo.
L’obiettivo di Putin è infatti quello di costruire un’alternativa economica a Stati Uniti ed Unione Europea, un’alternativa che avrebbe al suo interno in primis la Cina, quindi anche Iran, India, Brasile e ora anche Cuba in un disegno che ricalca i contorni della già esistente associazione internazionale “BRICS“.
La cancellazione del debito della Russia nei confronti di Cuba vuole quindi essere il punto d’inizio di una nuova stagione tra i due paesi ma soprattutto l’inizio di una nuova organizzazione mondiale, alternativa alle altre già presenti da decenni.
Il punto di svolta potrebbe anche essere quello dell’inaspettata apertura commerciale della Germania alla Cina.
Non vogliamo schierarci ulteriormente, ma sarà difficile immaginare quali saranno le sorti dell’Unione Europea davanti a questi accordi e soprattutto davanti ad una politica occidentale basata su debito e banche, politica che la Russia, in casi come questi, dimostra di non voler sostenere.
Fatto sta che la cancellazione di un debito pubblico è un’azione nobile nei confronti di un paese come Cuba che negli anni da dimostrato di riuscire a sopravvivere nonostante le difficoltà e le pressioni esterne.
Speriamo che questo porti buoni frutti alla comunità internazionale nel segno della fratellanza tra i popoli e di una rinascita tra i paesi dimenticati piuttosto che di una nuova organizzazione senza scrupoli che mira solo al profitto e agli interessi di pochi come l’occidente ha purtroppo dimostrato di essere in molte occasioni. Questi accordi tra paesi che hanno voglia di rinascere sono anche figli delle cattive politiche occidentali e USA e UE dovrebbero prenderne atto in modo costruttivo e responsabile.