La Svezia non rinuncia ad arrestare Julian Assange.
Il Tribunale distrettuale di Stoccolma ha respinto la richiesta di annullare il mandato di arresto europeo nei confronti del fondatore di Wikileaks.
Chi è Assange: (Townsville, 3 luglio 1971) è un giornalista, programmatore e attivista australiano, noto principalmente per la sua collaborazione al sito WikiLeaks, del quale è co-fondatore e caporedattore.
Assange nasce a Townsville, nel Queensland, nel 1971. Assange si definisce un anarchico, libertario e cypherpunk, ma non è contrario alla partecipazione politica elettorale. I genitori si conobbero durante una manifestazione contro la guerra in Vietnam. Figlio di attori teatrali, da bambino, secondo quanto riportato, avrebbe cambiato casa 37 volte, studiando nelle diverse biblioteche cittadine in cui si trovava, senza mai andare a scuola. A sedici anni, sa scrivere programmi per il Commodore 64. Lascia la casa a diciassette anni, si sposa a diciott’anni e diventa padre; poi si separa dalla moglie[1]. Verso la fine degli anni ottanta diviene membro di un gruppo di hackers noto come “International Subversives” (Sovversivi internazionali) con lo pseudonimo di “Mendax” (da una frase di Orazio: “magnificamente mendace”). Nel 1991 subisce un’irruzione nella sua casa di Melbourne da parte della polizia federale australiana[6], con l’accusa di essersi infiltrato in vari computer appartenenti a un’università australiana e nel sistema informatico del Dipartimento della difesa americano. Nel 1992 gli vengono rivolti ventiquattro capi di accusa per reati inerenti la pirateria informatica.
Assange è condannato, ma in seguito è rilasciato per buona condotta, dopo aver pagato una multa di 2100 dollari australiani. Nel 1995 scrive Strobe[8], software open-source dedicato al port scanning. Nel 1997 collabora alla stesura del libro Underground: Tales of Hacking, Madness and Obsession on the Electronic Frontier. Dal 2003 al 2006, studia fisica e matematica all’Università di Melbourne, ma non ottiene una laurea. Studia anche filosofia e neuroscienze.
A partire dal 2007 è tra i promotori del sito web Wikileaks, del quale si definisce editor in chief. Il 28 novembre 2010, dopo averlo annunciato diverso tempo prima, WikiLeaks rende di pubblico dominio oltre 251.000 documenti diplomatici statunitensi, molti dei quali etichettati come “confidenziali” o “segreti”. Il giorno seguente, il general attorney dell’Australia, Robert McClelland, dichiara alla stampa che l’Australia è intenzionata a investigare sulle attività di Assange e di Wikileaks. Afferma inoltre che, dal «punto di vista dell’Australia, ci potrebbe essere un buon numero di leggi violate con il rilascio di queste informazioni. La polizia federale australiana lo sta verificando». McClelland non esclude la possibilità del ritiro del passaporto australiano dell’informatico.
Il 18 novembre 2010 il tribunale di Stoccolma spicca un mandato d’arresto in contumacia nei suoi confronti con l’accusa di stupro, molestie e coercizione illegale. Il reato contestatogli sarebbe quello di aver avuto rapporti sessuali non protetti, seppur consenzienti, con due donne, A. (militante femminista, segretaria dell’associazione “Brotherhood Movement” e autrice di una “Guida alla vendetta contro il partner” pubblicata sul web) e W., e di aver successivamente rifiutato di sottoporsi ad un controllo medico sulle malattie sessualmente trasmissibili, condotta considerata criminosa dalla legge svedese.
La denuncia era stata fatta dalle sue ex-amanti dopo che esse avevano appreso l’una dall’altra di aver avuto rapporti sessuali con lui; al momento dell’emissione del mandato di arresto contro Assange non esistevano comunque prove a suo carico che non fossero la parola delle due donne. Inoltre, secondo la stampa svedese, la poliziotta che ha raccolto la testimonianza di A, e A. stessa, erano molto amiche (addirittura descritte come lovers, secondo alcuni) e sarebbe stata proprio l’agente a incitare la donna a denunciare l’ex amante dopo averle spiegato che per la giustizia locale rifiutarsi di usare il preservativo durante un rapporto si configura come stupro. «È ora di sgonfiare quel pallone gonfiato ed esageratamente osannato di Julian Assange» aveva dichiarato la poliziotta sulla sua pagina Facebook. La seconda accusatrice, W., alla fine della deposizione si è rifiutata di firmare le dichiarazioni trascritte.
Molti hanno infine sollevato dubbi sulla natura del provvedimento, mettendo in rilievo la coincidenza temporale con la pubblicazione da parte di Wikileaks dei documenti diplomatici statunitensi.
Il 20 novembre l’Interpol e il Sistema di Informazione Schengen recepiscono il mandato di arresto. Il 7 dicembre 2010 Assange si presenta spontaneamente negli uffici di Scotland Yard e viene arrestato in seguito al mandato di cattura europeo. Lo stesso giorno, il tribunale respinge la richiesta di libertà provvisoria su cauzione appoggiata da diverse personalità del cinema e del giornalismo, e decide di tenerlo in carcere fino al 14 dicembre.
Nel frattempo la Svezia presenta una richiesta di estradizione alle autorità britanniche: secondo alcune fonti, tale richiesta sarebbe finalizzata ad estradarlo in realtà negli Stati Uniti dove lo attende un processo per spionaggio. Il 16 dicembre, dopo nove giorni di carcere, Assange viene rilasciato su cauzione, e la decisione sulla richiesta di estradizione rimandata. L’accusa per spionaggio, negli Stati Uniti, può costare l’ergastolo e anche la pena di morte. In difesa di Assange si schiera anche l’attivista statunitense Robert Meeropol Rosenberg, il figlio dei coniugi Rosenberg, militanti comunisti che furono gli ultimi condannati a morte per questo reato negli USA (1953), lanciando un appello a difendere Assange e a non consegnarlo agli americani.
Verso metà giugno 2012 la Corte Suprema britannica rigetta il ricorso contro l’estradizione. Assange si rifugia subito dopo presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, chiedendo asilo politico in quanto perseguitato. Ne dà informazione in una conferenza stampa il 19 giugno 2012 il ministro degli Esteri, Ricardo Patiño, specificando che l’Ecuador sta valutando la richiesta. Già nel 2010 Quito aveva offerto ad Assange residenza in Ecuador “senza precondizioni”, per poter “esprimersi liberamente”. Alla base vi è il fatto che il governo di quel paese era preoccupato per alcune attività illegali degli americani in Ecuador; attività che voleva che venissero trattate da Assange senza restrizioni e che WikiLeaks si era detta pronta a documentare[37].
Secondo la madre dell’attivista, Assange avrebbe problemi di salute dovuti a stress psicofisico estremo, a causa della persecuzione nei suoi confronti.
Il 16 agosto 2012 il governo del socialista Rafael Correa concede lo status di rifugiato politico ad Assange, mentre questi si trova ancora nell’ambasciata, poiché il Regno Unito non vuole garantirgli un salvacondotto e minaccia di arrestarlo con un blitz, per poterlo consegnare alla Svezia, nonostante la possibile grave violazione del diritto internazionale all’immunità delle sedi diplomatiche.
Il 30 gennaio 2013 è stata annunciata la sua candidatura al senato australiano dalla premier Julia Gillard del partito laburista. Anche se attualmente Assange si trova nell’ambasciata dell’Ecuador di Londra si può comunque candidare secondo le leggi australiane, ammesso che faccia rientro in patria entro i prossimi sei anni . La premier ha in seguito aggiunto che la presenza di Assange potrà garantire un po’ di vigilanza all’interno del senato.
Assange è stato ripetutamente proposto per il Premio Nobel per la pace, per la sua attività di informazione e trasparenza.
Il 29 novembre 2013 è stata lanciata in Italia una petizione online per proporre la sua candidatura al Parlamento europeo nel 2014. (Fonte: Wikipedia.org)