La presidente Cristina Fernandez de Kirchner cerca di sdrammatizzare il default dell’Argentina, il secondo in 12 anni, dichiarato ieri da creditori statunitensi in seguito al mancato accordo su debiti pregressi.
“Oggi è il 31 luglio e il mondo va avanti – ha detto la presidente -, come va avanti la Repubblica di Argentina e tutti possiamo dire che questa è una gran bella notizia. Domani comincia il mese di agosto e noi continueremo con le nostre vite, come abbiamo fatto negli ultimi anni in Argentina”.
Il governo di Buenos Aires sostiene che il default non c‘è stato, perché contesta la validità della sentenza del giudice Usa che impone il pagamento integrale dei debiti ad alcuni hedge funds.
Il ministro dell’economia Axel Kicillof: “Quelli che parlano di default lo fanno senza conoscere le questioni. Dovrebbero venire con i contratti in mano e spiegare perché noi saremmo in default. La situazione reale non ha un nome e se ce l’ha non è certo default”.
La Borsa della terza economia del Sud America ha reagito negativamente. L’indice Merval è sceso di oltre l’8 per cento, i titoli di Stato sono calati di 8 punti sfiorando il 10 per cento di rendimento e il valore della moneta, il peso, è diminuito del 2,5 per cento sul dollaro.