Un avamposto a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra per intercettare e segnalare l’arrivo di tempeste solari. Si chiama DSCOVR, acronimo per “Deep Space Climate Observatory”, e orbitando attorno ad L1 – il primo punto lagrangiano, un sito d’equilibrio gravitazione posto fra la Terra e il Sole — promette di riuscire a lanciare l’allerta, in caso di eruzioni di massa coronale e altri fenomeni estremi, dai 15 ai 60 minuti prima che il vento solare investa il nostro pianeta.
Un tempo molto breve, ma sufficiente ad attivare misure di protezione atte a mitigare l’impatto devastante che una tempesta geomagnetica di forte intensità può avere su sistemi come quelli di comunicazione, gli aerei, i GPS e le grandi reti di distribuzione dell’energia elettrica. Un impatto il cui costo, nel caso d’un evento catastrofico, è stato stimato possa arrivare fino ai duemila miliardi di dollari, e richiedere fino a 10 anni prima di poter tornare alla normalità.
Realizzato dalla NASA in collaborazione con la US Air Force e la NOAA, la National Oceanic and Atmospheric Administration, DSCOVER dovrebbe essere lanciato entro fine mese e rimanere in servizio almeno fino al 2024.