“Un risultato straordinario, avete ispirato tutto il mondo”. Così ha commentato Brian May, notissimo musicista e meno noto astrofisico, alla conferenza stampa della NASA gli ultimi dati inviati dalla sonda New Horizons su Plutone e le sue lune. Nel corso dell’evento sono state presentati due sorvoli simulati del suolo plutoniano basati sulle immagini riprese il 14 luglio scorso da 77.000 km di distanza.
Il primo riproduce i Norgay Montes, una regione affollata da alte vette ghiacciate e per questo intitolate a Tenzing Norgay, lo sherpa che per primo raggiunse la vetta del Monte Everest. Ancora giaccio, ma questa volta sosprendentemente disteso in un piano ghiacciato, lo Sputnik Planum dal nome del primo satellite artificiale, una piattaforma del diametro di circa venti chilometri e con un’età di soli 100 milioni di anni, tanto da far ritenere agli scienziati che sia ancora in pieno sviluppo geologico. Immagini straordinarie, ma che rappresentano solo l’antipastodi uno spettacolo che continuerà a lungo, mano a mano che New Horizons scaricherà nuovi dati verso Terra.
Servizio di Stefano Parisini, Media INAF