Ettore Scola è morto questa sera al Policlinico di Roma. Il regista e sceneggiatore italiano aveva 84 anni.
Scompare un gigante del cinema italiano e internazionale, premiato a Cannes nel 1976 come migliore regista per “Brutti, sporchi e cattivi”, pellicola dedicata al sottoproletariato delle borgate romane con protagonista Nino Manfredi.
Del 1977 “Una Giornata Particolare” con Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Il film vince il David di Donatello per la miglior regia, il Nastro d’argento per la miglior sceneggiatura, il César come miglior film straniero, un Golden Globe e una Nomination all’Oscar per il miglior film straniero.
Del 1974 un altro film che entra nell’Olimpo della cinematografia italiana, “C’eravamo tanto amati” che ottiene un Nastro d’argento e il César per la miglior sceneggiatura e il Primo premio al Festival di Mosca.
Scola ha diretto complessivamente una quarantina di film. “Se permettete parliamo di donne” del 1964 commedia in costume che lo porta ad avviare un proficuo sodalizio con Vittorio Gassman. A imporre il suo cinema sulla scena internazionale contribuisce nel 1970 il film “Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca”, che a Marcello Mastroianni vale la Palma d’Oro per il migliore attore a Cannes. Scola è attivo fino al 2013 quando gira il documentario “Che strano chiamarsi Federico”, che corona il rapporto coltivato fin dalla gioventù con Fellini.
L’incontro fra i due avviene nella redazione di “Marc’Aurelio”, rivista umoristica intorno a cui gravitavano anche personaggi come lo sceneggiatore Furio Scarpelli e il regista Steno. È grazie a queste frequentazioni che comincia a scrivere per il cinema, partecipando a sceneggiature di film come “Un americano a Roma” con Alberto Sordi.
Nel 1984 è tra i numerosi registi che firmano il documentario collettivo dei funerali di Enrico Berlinguer “L’addio a Enrico Berlinguer”.
Nato in provincia di Avellino, alla Roma che lo aveva adottato da piccolo, Scola aveva testimoniato un grande affetto in molti suoi film. Parafrasando l’ex-sindaco della capitale Giulio Carlo Argan, di Roma parlò alcuni anni fa come di “una polenta scodellata”. “È una città ricca di storia e di cultura le cui stratificazioni millenarie hanno lasciato contrastanti sedimentazioni nella coscienza popolare – diceva con affetto. Da una parte supponente e tronfia, perché consapevole di essere l’ombelico del mondo. Dall’altra aperta e ricettiva, storicamente avvezza ad accogliere l’altro, integrandolo nell’unico vero caso di ‘melting pot’ all’italiana”.
Il produttore e attore Andrea Occhipinti è stato tra i primi a commentare la notizia della sua scomparsa: “E’ stato uno degli incontri più importanti della mia vita. Ho partecipato al film ‘La famiglia’ ed é stata una grande esperienza professionale e di vita accanto a un uomo di grandissima intelligenza e ironia”.
L’attore Alessandro Gasmann, il cui padre Vittorio è stato protagonista del primo lungometraggio di Scola, si è espresso con un tweet: “Ciao Ettore! Ti abbiamo tanto amato.
Che lezione grande la tua, che regalo il tuo cinema. TVB”. (Euronews)