Sereno, come una candela che lentamente si spegne. Così il segretario e prefetto della Casa Pontificia, Georg Gänswein, descriveBenedetto XVI, Joseph Ratzinger, in procinto di compiere 89 anni il prossimo aprile. “È sereno, in pace con Dio, con se stesso e il mondo”.
Gänswein ha parlato delle condizioni del papa in un’intervista alla rivista“BenEssere, la salute con l’anima”. Il segretario ha raccontato a fondo della sua collaborazione con l’ormai Papa emerito, che dura ormai da 21 anni, soffermandosi in particolare sulla tristezza per le accuse “infondate mosse al Pontefice”, sulla clamorosa rinuncia, al tempo, di Benedetto XVI e sul dolore per lo scandalo-Vatileaks.
Riguardo allo stato di salute di Ratzinger Gänswein lo descrive come “un uomo anziano, certo, ma è lucidissimo”. Purtroppo, aggiunge, “il camminare è diventato faticoso, per questo usa un deambulatore. Mantiene una corrispondenza abbastanza ampia, ma non scrive più libri, si limita a dettare lettere alla sua segretaria. Volutamente conduce una vita da monaco, ma non è per niente isolato: prega, legge, sente musica, riceve visite, suona il pianoforte”.
Si dice addolorato, Gänswein, per “i numerosi attacchi a Papa Benedetto”, accusato di non aver “reagito in modo soddisfacente contro la pedofilia, mentre è stato proprio lui, già da cardinale, a iniziare a combatterla”. “Quante critiche”, aggiunge Gänswein, “accuse e calunnie infondate nei suoi confronti anche in altre fattispecie. Ciò mi ha fatto male. Poi, c’è stato il caso Vatileaks: mi sono sentito personalmente colpito, perché fui io a dare piena fiducia a una persona che l’ha tradita senza scrupoli“.
Sul gesto clamoroso della rinuncia al pontificato Gänswein confessa: ”lo sapevo già da molto tempo, la sua non è stata una decisione improvvisa, ma maturata gradualmente e accuratamente. Per me, è stato faticoso digerire questa decisione e mantenere il segreto”. Il segretario racconta anche di aver tentato di convincerlo a restare al soglio pontificio, ma di essersi “arreso, quando ho capito che Benedetto non mi aveva confidato un suo pensiero ipotetico, ma una decisione definitiva”.
Gänswein si trova, poi, nella singolare posizione di servire al tempo stesso due Papi. Dei quali racconta le differenze: “Sono diversi nei loro caratteri”, spiega, “nelle personalità e anche nel modo di comunicare e di relazionarsi. Per me, vivere con Papa Francesco è uno stimolo: lui cerca il contatto diretto, persino fisico, accarezza e si lascia accarezzare, superando così le distanze personali. Papa Benedetto, invece, è più riservato: accarezza con le parole, piuttosto che con gli abbracci. Sono due personalità differenti, ma la cosa più importante è che sono entrambi autentici, non cercano di ‘copiare’ nessuno”.
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