Secondo alcuni dati, una grossa fetta dei votanti al referendum e favorevoli al mantenimento della presenza del Regno Unito nell’Unione Europea è composta da giovani. Ragazze e ragazzi che, senza altre possibilità occupazionali, hanno investito tempo e denaro per coltivare qualcosa di concreto al fine di trovare un’occupazione stabile.
Adesso, almeno dal loro punto di vista, questa occasione potrebbe ben presto sgretolarsi: come spiegano alcuni giovani intervistati da Euronews, la paura non è semplicemente quella di vedersi mancare dei diritti, ma anche di vedere la distruzione stessa dell’Unione Europea, per loro una grande occasione.
Aldilà delle esigenze di ognuno di noi, rattristisce il fatto che questi giovanissimi abitanti della Scozia siano “costretti” a dipendere da un’Istituzione extranazionale per costruire il loro futuro. Il voto al referendum si trasforma quindi in una questione personale, i cittadini votano di fatto per i loro interessi personali e non per un’ideale.
Chi forse stufo dell’aumento dell’immigrazione e dei trattati europei, che ha votato no, e chi, per il proprio futuro personale e per un orgoglio continentale, si spaventa del fatto che probabilmente verranno a mancare alcune garanzie istituzionali. Forse l’unica risposta a tutto ciò è che tutti gli stati dell’Europa si impegnino a sostenere i loro abitanti, dai giovani ai meno giovani, con incentivi per lo studio, la sanità, la famiglia e il reddito. In questa maniera, forse, i giovani non sarebbero disperatamente costretti a fare scelte estreme. Il viaggio nei paesi europei dovrebbe essere un viaggio di piacere, di passione e di scoperta, non di costrizione occupazionale. Il VIDEO di Euronews: