“Il medico è stato massacrato di legnate e preso a calci e pugni. Hanno persino bloccato le uscite e poi sono andati via a bordo di auto e scooter” ha dichiarato, ai microfoni di Fanpage.it, l’avvocato Antonio Fiumefreddo, legale dell’ospedale “Vittorio Emanuele” di Catania in cui si è consumato il raid punitivo contro un medico del pronto soccorso. La sua colpa? Non aver fornito l’identità di una paziente, medicata poche ore prima. La donna, infatti, avrebbe urtato l’auto di uno dei malviventi che, di conseguenza, si è recato al pronto soccorso per conoscerne il nome e cognome. Al rifiuto del medico, è scattato il pestaggio in presenza di almeno 10 persone (e forse con la complicità di un sedicente operatore del 118), come mostrano le immagini delle telecamere di videosorveglianza, diffuse in esclusiva da “Tribù Press”. Un pronto soccorso che, come racconta l’avvocato Fiumefreddo, si trova in una “zona del centro storico degradata dove vi è scarsa presenza della polizia locale e dove è alto il tasso di pregiudicati che scontano gli arresti domiciliari”. La soluzione? “Avere un presidio dell’esercito che scoraggi i malviventi”.
http://youmedia.fanpage.it/video/aa/WGz-MOSwwrUtLKY4