Nel febbraio del 2005, la sonda Cassini ha effettuato il primo sorvolo ravvicinato di Encelado, una delle lune ghiacciate di Saturno. In quell’occasione il magnetometro di bordo ha raccolto un segnale insolito. La misura indicava la presenza di una qualche forma di attività atmosferica.
Con un secondo passaggio, avvenuto nel mese di marzo, è stato possibile indagare più a fondo questo segnale, scoprendo che lo strano comportamento atmosferico si concentrava al polo sud del satellite. Sembrava che ci fosse un pennacchio di vapore acqueo, simile a una coda cometaria.
Per scoprire di cosa si trattasse, gli scienziati hanno orientato la sonda Cassini lungo una traiettoria ravvicinata, sfiorando Encelado ad appena 175 km dalla sua superficie. A quel punto i sospetti sono diventati certezza: al polo sud di Encelado c’erano getti di vapore e ghiaccio d’acqua. Qui sotto un servizio di Media-Inaf (il notiziario online dell’Istituto Italiano di Astrofisica):
La scoperta fu così sensazionale che nell’arco dei mesi successivi sono stati pianificati altri 20 sorvoli ravvicinati, di cui 7 attraverso i getti ghiacciati. Oggi, a distanza di oltre dieci anni da quelle prime osservazioni, sappiamo che sotto la crosta ghiacciata di Encelado c’è molto probabilmente un oceano in grado di ospitare la vita.
I getti di Encelado sono uno dei tre obiettivi scientifici scelti per l’edizione di quest’anno del concorso Cassini Scientist for a Day, che vede impegnati studenti di scuole medie e superiori. Gli altri due target scelti dal team Cassini sono i laghi di idrocarburi su Titano e l’esagono al polo nord di Saturno.
Per aiutarvi a scegliere, Media-Inaf ha organizzato una chiacchierata in diretta con tre esperti d’eccezione: Adrian Fartade, di Link2Universe, Luca Maltagliati da Nature Astronomy e Licia Troisi, astrofisica e scrittrice: