Un fortunato evento astronomico, ovvero l’occultazione di Io, uno dei satelliti del pianeta Giove, da parte di Europa, un’altra luna del gigante del Sistema solare, ha permesso a un team internazionale di scienziati di osservare con il Large Binocular Telescope un gigantesco lago di lava su Io, riuscendo perfino a identificare le sorgenti e i percorsi di due diverse onde di magma che formano e rinnovano la sua superficie.
I ricercatori guidati da Katherine de Kleer, dell’Università della California a Berkeley, hanno sfruttato il fenomeno astronomico, avvenuto l’8 marzo del 2015, identificando con precisione nella banda dell’Infrarosso termico il segnale dal magma incandescente presente sulla superficie di Io. L’impresa è stata possibile grazie alla grande ampiezza degli specchi principali di LBT che misurano 8,4 metri di diametro ciascuno, al suo sofisticato sistema di ottica adattiva ideato all’Inaf e un raffinato metodo di elaborazione dei segnali raccolti. Io e la sua poderosa attività vulcanica erano stati già studiati, sempre con il telescopio LBT di cui l’Italia con l’Inaf è uno dei partner, da un gruppo di scienziati tra cui Carmelo Arcidiacono, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Bologna.
Servizio di Marco Galliani – Media Inaf
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