Migrante si uccide nel centro accoglienza italiano: “voleva andare in Austria ma è stato respinto in Italia. Regole europee ignobili, situazione non più sostenibile”

Il suo sogno era quello di raggiungere l’Austria, forse per trovare lavoro, ma da poco il governo “Verde” austriaco, guidato da Alexander Van der Bellen, ha negato l’ingresso al migrante, che è entrato poi in un periodo di depressione, che lo ha spinto al suicidio. Il corpo senza vita del migrante è stato trovato nel centro di accoglienza per migranti di via Corelli, a Milano, l’ex Cie. Il 34enne, afghano, si è impiccato in un locale della struttura dove era ospitato.

Come riportano anche alcune testate giornalistiche nazionali e quotidiani online, il giovane migrante era arrivato i primi di agosto in Italia e aveva proseguito il suo viaggio verso l’Austria. Era riuscito ad arrivare oltre confine ma le autorità austriache lo avevano rispedito indietro sulla base degli accordi di Dublino, che prevedono la permanenza dei richiedenti asilo solo nel Paese dove il migrante viene registrato.

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Stando a quanto riportato sui giornali, la vittima di depressione era stata fotosegnalata in Italia, ma non ancora – sembra – alla questura di Milano. Dopo il respingimento, l’afghano era tornato in Italia e risultava ospite da quattro giorni nel centro di via Corelli. Per lui era stato anche prenotato un incontro con uno psicologo, segno che il migrante era comunque seguito da specialisti. Ma l’incontro è giunto troppo tardi.

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Ed è proprio l’assessore al Welfare del Comune Pierfrancesco Majorino ad attaccare: “In attesa di comprendere di più e meglio la dinamica dell’episodio, non possiamo che constatare come questo ragazzo sia una vittima delle ignobili regole europee. Non voleva rimanere in Italia, ma in Italia era costretto a restare”. Ancora una volta è evidente che l’Unione Europea sia presente in italia solo quando conviene a Bruxelles e al nord Europa. Francia, Austria e Germania vogliono controllare il flusso migratorio e hanno regole molto ferre, anche con particolari interventi di respingimento di coloro che non sono i benvenuti. In Austria

Lo sfortunato migrante sarebbe morto intorno
alle 8 nella struttura per richiedenti asilo, dove sono intervenute un’automedica, un’ambulanza del 118 e la polizia. Alla notizia della morte del 34enne, don Virginio Colmegna, presidente della fondazione Casa della carità, ha dichiarato: “Purtroppo abbiamo sempre più segnalazioni di persone che arrivano da noi con situazioni di disagio psichico e che cerchiamo di seguire con i nostri psicologi, ma è un’emergenza e un problema che temo aumenterà”.

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Disagi anche in Puglia:

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Nel luglio 2017, un 22enne sudanese, era stato accusato di violenza sessuale nei confronti di un’assistente sociale del comune e ancora, successivamente ha opposto resistenza ad alcuni uomini della Polizia Municipale di Bari dopo essersi denudato in luogo pubblico in una via cittadina.

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Si trattava dello stesso soggetto che alcune settimane prima passeggiò senza costume sul lungomare della famosa spiaggia di Pane e Pomodoro con la sorpresa dei passanti. Il web si era diviso tra chi rimase sorpreso ed indignato e chi invece definì la questione come ingigantita dai giornali.

Si è poi scoperto sul Corriere che Omar Z., ormai noto a Bari per il suo singolare “vizio” di spogliarsi completamente nudo in teoria non avrebbe dovuto essere in Italia. Per sua stessa volontà avrebbe preferito vivere in Germania, dove era già stato per circa un anno. Stando a quanto raccontato sulla testata attraverso le dichiarazioni dell’avvocato del giovane sudanese, al ragazzo sarebbe stata revocato il permesso e quindi la Germania lo avrebbe rispedito in Italia. Sarebbe sbarcato inSicilia tempo prima e oggi è stata richiesta una perizia psichiatrica.

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Una faccenda che fa riflettere sulla delicata questione dell’accoglienza in Italia e nel Resto dell’Unione Europea, giusto nei giorni in cui il clima di tensioni tra i vari stati europei diventa sempre più rovente e con poche risposte certe. Germania e Francia si dicono a parole favorevoli all’accoglienza, ma è evidente come l’Italia stia subendo forse questioni che andrebbero risolte dall’intera Unione Europea e che invece molto spesso finiscono per essere abbandonate a se stesse, mentre si contano a più di mezzo milione il numero dei migranti sbarcati sulle nostre coste solo all’inizio del 2017.

In Austria, il “Verde” e “democratico”  Alexander Van der Bellen, già economista ed affilato ad una loggia massonica di Innsbruck, ha sconfitto più volte il suo sfidante, Norbert Hofer, considerato “fascista” e con politiche più sovraniste ed antieuropeiste. Oggi scopriamo che il primo ad aver posizionato militari lungo il confine austriaco per respingere i migranti è proprio il democraticissimo Van der Bellen.

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In Francia una situazione non molto diversa: Macron non ha infatti nascosto l’idea di voler respingere gli irregolari provenienti dalle nostre frontiere, non agisce quindi in violazione del diritto internazionale. Ma di fatto sbatte le porte in faccia all’Italia e alla politica “dell’accoglienza” tanto sventolata in campagna elettorale, che in parte ha permesso al giovane presidente francese “centrista” di battere il Front National di Madame Le Pen.

La Francia, considerata tra i responsabili dell’immigrazione di massa dai paesi che essa stessa ha bombardato nel corso del 2011 per togliere di mezzo Gheddafi, ora di gestione di migranti clandestini proprio non ne vuole sapere. La palla bollente resta all’Italia. Un’Unione Europea che c’è solo quando conviene ai potenti del nord. L’Italia e i migranti pagano il conto, sempre.

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