Scienziati annunciano vaccino che uccide il cancro: “efficace al 97% sui topi, parte test sui malati umani”

Nella foto: la dottoressa Alice Police, direttore regionale della chirurgia al seno presso il Northwell Health Cancer Institute.

Gli scienziati della Stanford University stanno attualmente preparando il primo test umano di un “vaccino” per il cancro, un trattamento che ha eliminato fino al 97% dei tumori durante le prove con i topi. Appropriatamente 35 persone con linfoma inizieranno le prove prima della fine del 2018. Non tecnicamente un vaccino, il nuovo trattamento del cancro è una sorta di immunoterapia che prevede l’iniezione di due agenti direttamente in un tumore. Questi agenti stimolano la produzione di cellule T, che poi combattono il cancro. Per quanto promettente possa essere il trattamento, è ancora lontana dall’essere pronta e disponibile al pubblico.

Negli studi sui topi, il vaccino contro il cancro ha eliminato i tumori in 87 su 90 topi, che hanno sofferto di vari tipi di cancro, tra cui linfoma, cancro della mammella e cancro del colon. Il vaccino si è rivelato efficace anche nei casi in cui il cancro si era diffuso ad altre parti del corpo. Per quanto possa essere eccitante questo sviluppo, è troppo presto per valutare correttamente. “Siamo stati in grado di curare un sacco di tumori nei topi per molto tempo“, ha detto a Live Science la dottoressa Alice Police, direttore regionale della chirurgia al seno presso il Northwell Health Cancer Institute.

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La Police ha anche sottolineato che dal momento che il test sull’uomo include solo pazienti affetti da linfoma, ci vorrà più tempo e ricerche prima di poter determinare se il vaccino contro il cancro sia efficace contro altri tipi di cancro nell’uomo. Nondimeno, il vaccino contro il cancro è un’alternativa promettente alle immunoterapie esistenti. “Quando usiamo questi due agenti insieme, vediamo l’eliminazione dei tumori su tutto il corpo”, ha detto il professore di oncologia di Stanford, Ronald Levy,  in una dichiarazione. Questo approccio ignora la necessità di identificare i target immunitari specifici del tumore e non richiede l’attivazione all’ingrosso del sistema immunitario o la personalizzazione delle cellule immunitarie di un paziente.”

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Via Live Science

Immagini via Depositphotos (1)

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