Tocilizumab sta funzionando per i malati gravi di Coronavirus, americani chiedono aiuto agli italiani

Si allargano le speranze per l’utilizzo del farmaco – nato per curare i malati di artrite reumatoide – anche per i malati gravi di Sars-Cov-2 (Covid-19): come riferiscono fonti giornalistiche italiane, a metà marzo 2020, altri quattro pazienti ricoverati nell’ospedale “Cotugno” di Napoli sono stati trattati con il Tocilizumab, un anticorpo monoclonale finora utilizzato per il trattamento dell’artrite reumatoide, che sarebbe in grado di bloccare l’infiammazione che causa le insufficienze respiratorie. Il tocilizumab è attivo contro il recettore dell’interleuchina-6 (IL-6R). L’interleuchina-6 (IL-6) è una citochina che gioca un ruolo importante nella risposta immunitaria ed è implicata nella patogenesi di molte malattie, quali le malattie autoimmuni, il mieloma multiplo e il cancro della prostata. Nel 2016 è stato oggetto di un trial, con riscontri positivi, per il trattamento di gravi casi di asma con componente immunodegenerativa. Tuttavia, non è stato ancora approvato per il trattamento di tale patologia. Al momento, in totale sarebbero 11 i pazienti trattati a Napoli:

l’iniziativa è stata concretizzata attraverso la sinergia tra il direttore della Uoc di oncologia dell’azienda ospedaliera dei Colli ed il direttore dell’unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’istituto “Pascale” di Napoli. Come riferito da fonti giornalistiche, l’efficacia sulle polmoniti da coronavirus sarebbe stata confermata anche dalle autorità cinesi. Proprio in Cina sono stati effettuati i primi test incoraggianti. La Roche, casa farmaceutica che lo produce, si è già detta disponibile alla cessione gratuita mentre i ricercatori ed i medici sono in attesa dell’ok dall’Agenzia Italiana del Farmaco per l’utilizzo in larga scala. Con il Tocilizumab sono stati trattati i circa 60/70 pazienti in tutta italia e in generale i risultati sembrano positivi. A Napoli su sette pazienti sei sono migliorati, uno è morto ma era già in condizioni molto critiche. Nel frattempo, dagli Stati Uniti c’è la richiesta di mettersi in contatto con i ricercatori e medici italiani:

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