Un gruppo internazionale di ricercatori ha pubblicato sulla rivista Nature Communications uno studio in cui afferma di aver rilevato antiche colate di lava secca a circa 200 metri di profondità nel suolo marziano, che aiuterebbe a ricostruire il passato vulcanico del pianeta rosso:
Marte ospita il Monte Olimpo, il vulcano che è anche la più grande montagna conosciuta del sistema solare con un diametro di 610 chilometri e un’altezza di 22 chilometri, più del doppio di quella dell’Everest:
Tuttavia, si sa relativamente poco della storia vulcanica di quel pianeta, sebbene le nuove tecnologie e le missioni esplorative negli ultimi anni abbiano permesso agli astronomi di fare importanti scoperte. Gli autori del recente studio hanno utilizzato InSight Mars Lander (una missione lanciata dalla NASA nel 2018) e un metodo chiamato onde di Rayleigh, le stesse che vengono spesso utilizzate sulla Terra per rivelare dettagli su cosa c’è sotto la superficie da quel movimento, poiché rilevano le vibrazioni del terreno causate da fattori naturali. Sul nostro pianeta, queste vibrazioni provengono dall’attività degli oceani e dall’umanità stessa, ma su Marte sono generate dall’azione dei venti:
In questo modo gli scienziati sono riusciti a disegnare una mappa che si estendeva fino a una profondità di 200 metri e rivelava diversi strati di lava secca e roccia sedimentaria, testimonianza di un’antica attività vulcanica. I ricercatori concludono che un’analisi più dettagliata del suolo marziano e delle vestigia rocciose che contiene potrebbe aiutare a comprendere meglio la storia vulcanica del pianeta rosso e consentirebbe anche di tracciare una linea temporale per sapere quando si sono verificate le ultime eruzioni.
Fonte studio scientifico: https://www.nature.com/articles/s41467-021-26957-7