Cervello piccolo, gobba e occhi spiritati: ecco come saremo tra 1000 anni a causa della tecnologia

La tecnologia, ormai influenza le nostre vite e questo in futuro potrà modificare anche i nostri tratti psicofisici. Secondo una ricerca tra 1000 anni saremo esattamente così:

Ecco a voi Mindy, un prototipo di essere umano del futuro. La ricerca è stata eseguita da Toll Free Forwarding e ha decretato che tra circa 1000 anni l’essere umano sarà gobbo e nel corso degli anni le mani cambieranno aspetto e sembreranno artigli, il collo sarà grosso e spesso, le palpebre saranno tre per ogni occhio, il cervello più piccolo, quindi l’uomo subirà una vera e propria trasformazione a causa della sempre più presente tecnologia nelle nostre vite.

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Già oggi, la presenza della tecnologia modifica costantemente la nostra postura, ma anche il modo di relazionarsi con gli altri. Postura e gestualità ripetute influenzano in modo differente il nostro modo di essere e di relazionarci agli altri. Tutto ciò nel tempo può trasformarsi in caratteristiche fisse che caratterizzano l’essere umano del futuro.

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Un esempio può essere preso quello dell’etnia Bajau del Sudest asiatico, vivono a stretto contatto con l’acqua e alcune ricerche hanno dimostrato che questa popolazione ha caratteristiche, rispetto agli altri esseri umani, che li permettono di effettuare delle immersioni più lunghe. Queste persone hanno sviluppato una milza più grossa e hanno dei geni collegati alla carenza di ossigeno.

Toll Free Forwarding ha creato il prototipo di un essere umano dell’anno 1000 grazie alla collaborazione di un grafico 3D. Il suo aspetto non corrisponde sicuramente ai canoni estetici di oggi. La prima cosa che si nota è sicuramente la gobba, a causa delle posture scorrette utilizzate durante l’uso di dispositivi tecnologici. “Trascorrere ore a guardare il telefono affatica il collo e sbilancia la colonna vertebrale. Di conseguenza, i muscoli del collo devono effettuare uno sforzo extra per sostenere la testa. Stare seduti davanti al computer in ufficio per ore e ore significa anche che il busto è spinto in avanti rispetto ai fianchi, piuttosto che essere dritto e allineato”, dice il dottor Caleb Backe di Maple Holistics. Quindi non ci sarebbe nulla di strano se tra qualche millennio la nostra postura cambi completamente, sempre se questo cambiamento sia registrato dal nostro dna e tramandato.

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La parte più inquietante è sicuramente la mano ad artiglio, questo causato dalla presa dello smarthphone con cui utilizziamo la tastiera, questo di chiama “sindrome del tunnel cubitale” . Questa sindrome è causata dalla pressione o dall’allungamento del nervo ulnare che passa in un solco sul lato interno del gomito. Ciò provoca intorpidimento o una sensazione di formicolio nell’anulare e nel mignolo, dolore all’avambraccio e debolezza alle mani. Tenere il gomito piegato a lungo, il più delle volte, tenendo il telefono, può allungare il nervo dietro il gomito e esercitare pressione su di esso”, afferma il dottor Djordjevic.

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Altra caratteristica particolare è il “collo tecnologico” più corto e largo del normale, a causa dello sguardo dall’alto verso il basso. Il cranio è più spesso per proteggersi da radiazioni e radiofrequenze, ma questo potrebbe portare ad avere un cervello più piccolo, ma anche perchè non lo utilizzeremmo più a causa dell’uso della tecnologia che ci invia conoscenze senza alcun tipo di sforzo.

Mindy, inoltre ha tre palpebre sviluppate per proteggerci dal mal di testa legato all’affaticamento degli occhi. “Gli esseri umani possono sviluppare una palpebra interna più grande per prevenire l’esposizione a una luce eccessiva, oppure il cristallino dell’occhio può evolvere in modo tale da bloccare la luce blu in entrata ma non altre luci ad alta lunghezza d’onda come il verde, il giallo o il rosso”, dice il professor Kasun Ratnayake dell’Università di Toledo. Ovviamente ciò che è stato rappresentato è una descrizione esasperata dell’uomo del futuro, non possiamo avere la certezza di come sarà l’uomo tra 1000 anni.

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