Leonardo da Vinci si occupò anche di paleontologia. Nel corso della sua vita, Leonardo collezionò e studiò fossili di molluschi, pesci, rettili e mammiferi. Nel suo Codice Leicester, Leonardo descrive minuziosamente delle particolari forme impresse nella pietra, che oggi sappiamo essere icnofossili, ossia tracce fossilizzate lasciate da forme di vita che si sono mosse su un substrato. Leonardo fu uno dei primi a comprendere che i fossili erano resti di animali e piante vissuti in epoche precedenti:
Egli elaborò una teoria sulla formazione dei fossili – alcuni di essi rinvenuti presso il Monte Mario, a nord-ovest di Roma – secondo la quale questi si formavano quando gli organismi venivano sepolti sotto strati di sedimenti e successivamente mineralizzati. Gli studi di Leonardo sulla paleontologia sono stati fondamentali per lo sviluppo di questa disciplina. Essi hanno contribuito a gettare le basi per la moderna comprensione della storia della vita sulla Terra. Nel 2022, un team di paleontologi dell’Università di Genova ha scoperto il luogo dove Leonardo da Vinci ha condotto i suoi studi paleontologici:
Il sito si trova nell’Appennino piacentino, in un’area ricca di fossili di molluschi. I ricercatori hanno trovato prove che Leonardo ha raccolto e studiato questi fossili, e che ha anche condotto esperimenti per capire come si formavano. Il tutto si verificaca circa cinque secoli prima di ogni scienziato. Lo studio è stato pubblicato sul numero di marzo della rivista RIPS, tra le 30 migliori riviste al mondo di geologia (fonte: Clarivate – Journal CItation Reports). Leonardo ha quindi unito le due metà della paleontologia: resti fossili ed icnofossili. Lo studio riguarda l’analisi di fossili risalenti ad un periodo geologico tra i 50 ed i 70 milioni di anni fa, che caratterizzavano l’appennino piacentino, all’epoca in buona parte ricoperto dal mare e che ha visto, nel suo corso, anche l’estinzione dei dinosauri. In un certo senso, si potrebbe quindi pensare che Leonardo sia stato – a sua insaputa – il primo vero paleontologo della Storia:
Contrariamente a quanto si riteneva fino a quel tempo, cioè che si trattasse della prova del diluvio universale, l’evento biblico che avrebbe sommerso tutta la terra, Leonardo immaginò infatti la circolazione delle masse d’acqua sulla terra, alla stregua della circolazione sanguigna, con un lento ma continuo ricambio, arrivando quindi alla conclusione che i luoghi in cui affioravano i fossili, un tempo dovevano essere stati dei fondali marini. Anche se con ragionamenti molto originali, la conclusione di Leonardo si rivelo sostanzialmente (e sorprendentemente!) esatta. La scoperta del laboratorio paleontologico di Leonardo da Vinci rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della vita e del lavoro di questo straordinario genio. Sull’argomento vi è anche un interessante approfondimento radiofonico pubblicato online su Radio 3 Scienza al seguente link: https://www.raiplaysound.it/audio/2019/03/-5-I-Fossili-secondo-Leonardo–87caf0e7-d27c-4af7-a2ed-83859a8aa400.html.
Lo studio scientifico consultabile qui: https://riviste.unimi.it/index.php/RIPS/article/view/16972 e qui: https://www.researchgate.net/publication/357648728_Chondrites-Cladichnus_ICHNOCOENOSIS_FROM_THE_DEEP-SEA_DEPOSITS_OF_PIERFRANCESCO_CRETACEOUS_ITALY_OXYGEN-_OR_NUTRIENT-LIMITED
Fonte:
https://lastatalenews.unimi.it/scoperto-laboratorio-paleontologico-leonardo-vinci
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