Una stella binaria sopravvive vicino al buco nero della nostra galassia, la scoperta degli astronomi

Un team internazionale di astronomi ha fatto una scoperta sensazionale: una stella binaria, ossia una coppia di stelle legate a livello gravitazionale, è stata rinvenuta in orbita attorno a Sagittarius A*, il mastodontico buco nero che risiede al centro della Via Lattea. Questa scoperta, frutto delle osservazioni condotte dal Very Large Telescope dell’ESO, getta nuova luce sulle condizioni estreme in cui possono sopravvivere le stelle e apre affascinanti prospettive sulla possibilità di trovare pianeti in un ambiente così ostile:

Le stelle binarie sono sistemi stellari molto comuni nell’Universo, ma fino ad ora non ne era mai stata individuata alcuna così vicina a un buco nero supermassiccio. L’intensa gravità di questi oggetti celesti, infatti, tende a destabilizzare i sistemi binari, rendendo la loro sopravvivenza un evento piuttosto raro. La coppia di stelle, denominata D9, è un sistema giovane, con un’età stimata di appena 2,7 milioni di anni. Tuttavia, la potente attrazione gravitazionale di Sagittarius A* sta già causando la sua lenta distruzione:

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Si prevede che le due stelle si fonderanno in un unico corpo celeste entro meno di un milione di anni, un lasso di tempo estremamente breve su scala cosmica. La scoperta di D9 è avvenuta all’interno dell’ammasso S, una densa regione dello spazio che circonda Sagittarius A* e che ospita una varietà di oggetti celesti, tra cui le enigmatiche “stelle G”. Queste ultime presentano caratteristiche peculiari, mostrandosi come delle nubi di gas e polvere che, tuttavia, emettono luce come delle vere e proprie stelle. Analizzando attentamente i dati raccolti sulle stelle G, gli astronomi hanno individuato delle variazioni periodiche nella velocità di D9, un chiaro indicatore della presenza di un sistema binario. Le osservazioni hanno inoltre rivelato la presenza di un disco di gas e polvere attorno alle due stelle, un indizio che potrebbe fornire una spiegazione per la natura delle stelle G. Secondo gli autori dello studio, infatti, le stelle G potrebbero essere il risultato della fusione di sistemi binari simili a D9, con il materiale residuo che forma un disco attorno alla stella nata dalla fusione. Questa scoperta rappresenta un passo avanti fondamentale nella comprensione dei processi fisici che avvengono nelle regioni più estreme dell’Universo e apre nuove prospettive per future ricerche. A tal proposito, riportiamo qui sotto il link ad un video-approfondimento diffuso sul web (Inaf):

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