L’emergere degli esseri umani in Africa, avvenuto circa 300.000 anni fa, ha suscitato un crescente interesse nella comprensione dei diversi ambienti che hanno influenzato la nostra evoluzione. Questo studio si concentra sul ruolo delle foreste tropicali umide, in particolare nella Costa d’Avorio meridionale, dove sono state trovate evidenze archeologiche che collegano la cultura materiale del tardo Pleistocene medio all’occupazione umana. Attraverso metodi di datazione avanzati e analisi di biomarcatori, questo lavoro fornisce nuove informazioni sull’interazione tra Homo sapiens e ambienti forestali, suggerendo che le foreste non rappresentavano una barriera ecologica significativa per la nostra specie:
Introduzione
L’origine di Homo sapiens in Africa ha rappresentato un punto cruciale nella storia evolutiva umana. Sebbene le praterie e le coste siano state tradizionalmente considerate ambienti prioritari per la diffusione umana, recenti studi hanno iniziato a esplorare il ruolo delle foreste tropicali. Uno studio scientifico – cui esito è stato pubblicato nel 2025 su nature.com – esamina le evidenze archeologiche e paleoecologiche che suggeriscono un’interazione significativa tra gli esseri umani e le foreste tropicali umide, con particolare attenzione alla regione della Costa d’Avorio:
Metodologia
Le occupazioni umane a Bété I sono state datate a circa 150.000 anni fa utilizzando tecniche di datazione con luminescenza otticamente stimolata e risonanza di spin elettronico. Sono stati analizzati campioni di sedimenti per identificare biomarcatori di cera vegetale, isotopi stabili, fitoliti e pollini. I campioni sono stati estratti e analizzati utilizzando gascromatografia accoppiata a spettrometria di massa per identificare i composti lipidici. Inoltre, i fitoliti sono stati estratti seguendo un protocollo standard e analizzati al microscopio per determinare la loro origine botanica:
I risultati:
I risultati indicano una chiara associazione tra la cultura materiale del tardo Pleistocene medio e un ambiente di foresta umida. Le analisi isotopiche e dei biomarcatori suggeriscono che gli esseri umani abitavano attivamente queste foreste, contrariamente all’idea che esse rappresentassero una barriera ecologica. L’attribuzione di utensili in pietra a questo habitat supporta l’ipotesi che Homo sapiens fosse già adattato a vivere in ambienti forestali complessi.
Discussione scientifica:
Le evidenze raccolte suggeriscono che le foreste tropicali umide non solo erano accessibili, ma anche abitabili per Homo sapiens già a partire da 150.000 anni fa. Questo studio contribuisce a una comprensione più sfumata della preistoria umana, evidenziando l’importanza di diversi ecosistemi nella diffusione e nell’adattamento della nostra specie. Le implicazioni di queste scoperte potrebbero rivedere le teorie esistenti sulla migrazione e sull’occupazione degli habitat da parte degli esseri umani.
Conclusioni:
Le foreste tropicali umide hanno giocato un ruolo cruciale nell’evoluzione e nella diffusione di Homo sapiens in Africa. Le evidenze archeologiche e paleoecologiche presentate in questo studio offrono una nuova prospettiva sull’interazione tra esseri umani e ambienti forestali, suggerendo che tali habitat erano già parte integrante della vita umana molto prima di quanto precedentemente riconosciuto. Ulteriori ricerche sono necessarie per esplorare le dinamiche ecologiche e culturali che hanno caratterizzato l’occupazione umana delle foreste tropicali nel corso della preistoria. Lo studio scientifico di riferimento è consultabile online al seguente link: https://www.nature.com/articles/s41586-025-08613-y.
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