Trentamila anni fa l’eruzione del Vulture causò la morte di un avvoltoio grifone, tessuti molli in un fossile straordinario

Circa 30.000 anni fa, un avvoltoio grifone (Gyps fulvus) ha incontrato la sua fine in un evento catastrofico legato all’attività vulcanica nelle pianure a sud-est dell’attuale Roma, nell’attuale Basilicata, ubicato. Questo articolo esplora la scoperta dei resti fossilizzati di questo uccello, la straordinaria conservazione dei suoi tessuti molli e le implicazioni geologiche e paleontologiche di tali reperti:

Science

Introduzione:

La fossilizzazione è un processo raro, specialmente per i tessuti molli come le piume, che tendono a decomporsi rapidamente. Tuttavia, nel 1889, un proprietario terriero scoprì i resti di un avvoltoio grifone, il cui stato di conservazione ha sorpreso i ricercatori. Questo studio analizza le circostanze della fossilizzazione e i meccanismi che hanno portato alla preservazione dettagliata delle strutture cellulari. I resti dell’avvoltoio grifone sono stati esaminati attraverso tecniche paleontologiche standard, con particolare attenzione alla morfologia delle piume. I ricercatori hanno confrontato le caratteristiche dei fossili con quelle degli avvoltoi viventi per dedurre informazioni sulla colorazione e sulla struttura:

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I risultati dello studio scientifico:

Le analisi hanno rivelato che, contrariamente alla maggior parte dei tessuti molli, le piume dell’avvoltoio fossilizzato presentavano contorni ben definiti, inclusi i melanosomi, le strutture cellulari responsabili del colore. Sebbene non sia stata effettuata un’analisi diretta della colorazione, si presume che il fossile conservi caratteristiche simili a quelle degli avvoltoi attuali. La chiave di questa fossilizzazione insolitamente dettagliata è stata identificata nei zeoliti, cristalli di silicio che si formano quando il materiale vulcanico interagisce con l’acqua. Si ipotizza che il cadavere dell’avvoltoio sia stato sepolto in un flusso vulcanico ricco di cenere, che ha mineralizzato in zeolite in un breve lasso di tempo. Questo processo ha permesso ai cristalli di sostituire il tessuto a livello subcellulare, creando una replica tridimensionale estremamente accurata delle strutture originali. I risultati di questo studio suggeriscono che i depositi vulcanici, sia in Italia che in altre zone del mondo, potrebbero rappresentare un’importante risorsa di fossili superbamente conservati. La scoperta dell’avvoltoio grifone offre nuove prospettive sulla comprensione della fossilizzazione e sulla storia ecologica delle specie aviarie. Ulteriori ricerche potrebbero rivelare altri esempi di conservazione eccezionale, contribuendo così alla nostra conoscenza della biodiversità passata e dei processi geologici. L’esito dello studio scientifico è consultabile sul sito web di nature al seguente link.

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