Materiale organico trovato su Marte, aumentano gli indizi su possibili tracce di vita extraterrestre microbica nel passato del “pianeta rosso”

Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Il rover Curiosity della NASA ha fatto un’importante scoperta che potrebbe cambiare la nostra comprensione del passato di Marte. Recentemente, il rover ha identificato le più grandi molecole organiche mai trovate sul pianeta rosso, aprendo una nuova finestra su ciò che potrebbe essere accaduto su Marte miliardi di anni fa. Questi composti organici, tra cui decano, undecano e dodecano, suggeriscono che una chimica organica complessa potrebbe essersi sviluppata nel passato del pianeta, un elemento cruciale per l’origine della vita. La scoperta è avvenuta grazie all’analisi di un campione di roccia polverizzata prelevata dal cratere Gale, risalente a circa 3,7 miliardi di anni fa. Utilizzando il suo minilaboratorio di bordo, noto come SAM (Sample Analysis at Mars), Curiosity ha potuto esaminare in dettaglio la composizione chimica di questo campione, rivelando la presenza di molecole organiche che potrebbero fornire indizi su condizioni ambientali favorevoli alla vita. Il risultato dello studio scientifico:

Composti organici su Marte, i risultati dello studio scientifico: 

«Le molecole organiche conservate nelle antiche rocce marziane forniscono una registrazione critica della passata abitabilità di Marte e potrebbero essere biofirme chimiche. Gli esperimenti condotti dallo strumento Sample Analysis at Mars a bordo del rover Curiosity hanno precedentemente segnalato diverse classi di composti organici clorurati e contenenti zolfo indigeni nelle rocce sedimentarie del cratere Gale, con strutture chimiche fino a sei atomi di carbonio. Qui, segnaliamo il rilevamento di decano (C 10 H 22 ), undecano (C 11 H 24 ) e dodecano (C 12 H 26 ) a livello di decine di pmol, rilasciati dal campione di mudstone perforato di Cumberland, utilizzando una procedura analitica SAM modificata ottimizzata per il rilevamento di molecole organiche più grandi. Gli esperimenti di laboratorio supportano l’ipotesi che gli alcani rilevati fossero originariamente conservati nel mudstone come acidi carbossilici a catena lunga. L’origine di queste molecole rimane incerta, poiché potrebbero essere derivate da fonti abiotiche o biologiche» – si legge nell’abstract dello studio scientifico, pubblicato nel 2025 sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Questa ricerca non solo arricchisce il nostro bagaglio di conoscenze su Marte, ma solleva anche interrogativi affascinanti sulla possibilità che il pianeta rosso abbia ospitato forme di vita nel suo passato:

Aumentano gli indizi su possibili tracce di vita extraterrestre microbica nel passato del “pianeta rosso”:

La presenza di molecole organiche è un indicatore chiave, poiché queste sostanze sono i mattoni fondamentali della vita come la conosciamo. La loro scoperta su Marte suggerisce che, in un’epoca remota, il pianeta potrebbe aver avuto le condizioni necessarie per sostenere la vita. Le implicazioni di queste scoperte sono enormi. Non solo ci aiutano a comprendere meglio la storia geologica di Marte, ma ci spingono anche a riflettere su come e dove la vita potrebbe essersi sviluppata nell’universo. La ricerca continua, e il rover Curiosity rimane in prima linea nell’esplorazione di Marte, pronto a svelare ulteriori segreti di questo affascinante pianeta. In conclusione, le recenti scoperte del rover Curiosity rappresentano un passo significativo nella nostra ricerca di risposte su Marte e sull’origine della vita. Con ogni nuova analisi, ci avviciniamo a comprendere non solo il passato di Marte, ma anche il nostro posto nell’universo. L’esito della ricerca scientifica è consultabile online al seguente link https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2420580122

 

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