In Sicilia gli archeologi continuano a riportare alla luce i resti di una città antichissima: agorà gigantesco, misterioso scettro e “sirena” nelle rovine di Selinunte – FOTO e VIDEO diffusi sul web

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Un misterioso scettro ed una sirena in pietra tra i nuovi manufatti antichi scoperti dargli archeologi nel parco dell’antica Selinunte, in Sicilia:

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Stando a quanto si apprende, il team dell’Institute of Fine Arts della New York University e dell’Università degli Studi di Milano, con la squadra dell’Istituto Archeologico Germanico, ha scoperto la presenza dei resti di un tempio sotterraneo – probabilmente costruito dopo il 409 a.C., quando i Cartaginesi occuparono l’area, con una falda acquifera nascosta sottoterra. In questa zona, sono stati individuati i resti di un misterioso scettro:

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A questo, si aggiungono un amuleto in forma di falco, immagine del dio del cielo Horo realizzata in blu egizio – evidente dimostrazione fisica dell’influenza della cultura che arrivava dall’Antico Egitto della fine del VII sec. a.C. – e una statuina in miniatura raffinatissima di una sirena in avorio, ritrovata in frammenti nel 2017 e ricostruita in questi mesi in laboratorio:

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In questa zona vi sono anche i resti di un enorme agorà “il doppio di Piazza del Popolo a Roma” dalla forma vagamente trapezoidale, con al centro un unico monumento, forse tomba del fondatore. Selinunte (in greco antico: Σελινοῦς, Selinùs; in latino: Selinus), lo ricordiamo, era un’antica città siceliota situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia, nell’odierna provincia di Trapani; costituisce uno dei parchi archeologici più estesi d’Europa. I ruderi della città si trovano nel territorio del comune di Castelvetrano, nei pressi della foce del Belice. Selinunte, sottofondazione di Megara Hyblea, fu fondata nel 650 a.C. (Diodoro Siculo) lungo la costa del Mar Mediterraneo, tra le due valli del Belice e del Modione, su un luogo non interessato da precedenti insediamenti indigeni. Selinunte fondò a sua volta nel 570 a.C. Heraclea Minoa presso la foce del suo estremo confine meridionale, il fiume Platani. Raggiunse velocemente il suo massimo splendore nel VI e V secolo a.C.; la sua ricchezza era forse dovuta al dominio che esercitava su un vasto territorio. Selinunte è la colonia greca più occidentale della Sicilia, a diretto contatto con l’area occupata dai Cartaginesi; tutta la sua storia è condizionata da questa posizione di confine, fino al dissolvimento del problema con la conquista romana della Sicilia:

Il Tempio E, chiamato anche Tempio di Hera.

Dapprima in buoni rapporti con i Cartaginesi, dopo la loro disfatta nella Battaglia di Imera (480 a.C.), Selinunte strinse alleanza con Siracusa, cui rimase fedele. La sua politica di espansione territoriale verso Segesta causò diverse guerre: il primo scontro avvenne nel 580 a.C. dal quale Segesta uscì vittoriosa. Nel 415 a.C. Segesta chiese aiuto ad Atene perché intervenisse contro l’intraprendenza selinuntina supportata da Siracusa. Gli ateniesi presero come pretesto la richiesta di Segesta per intraprendere una grande spedizione in Sicilia ed assediare Siracusa, ma ne uscirono disastrosamente sconfitti. Segesta, indebolita dalla sconfitta ateniese, minacciata da Selinunte, chiese allora aiuto a Cartagine: nel 409 a.C. i Cartaginesi, sbarcati in Sicilia con un esercito di 5.800 uomini al comando del generale Annibale Magone (figlio di Giscone), colsero di sorpresa la città che cadde, dopo soli nove giorni di assedio, prima che potessero giungere i soccorsi da Siracusa e da Agrigento. Selinunte venne saccheggiata e distrutta, 16.000 cittadini selinuntini furono uccisi, 5.000 fatti schiavi, 2.600 riuscirono a fuggire ad Agrigento:

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Ripopolata con i suoi profughi e con altre popolazioni che il fuoriuscito siracusano Ermocrate vi condusse, Selinunte fu ricostruita (comprese le mura) nella sola area dell’acropoli, divenendo per alcuni anni il quartier generale di Ermocrate dal quale partivano le sue azioni belliche contro le città puniche. Alla morte di questo, Selinunte perse definitivamente la sua importanza politica; venne rioccupata dai cartaginesi – occupazione confermata, del resto, in tutti i successivi trattati greco-cartaginesi – quindi da Pirro (276 a.C.), fino alla definitiva evacuazione della sua popolazione da parte dei Cartaginesi a Lilibeo durante la I Guerra Punica (250 a.C.), e all’assorbimento del suo territorio nei domini romani. Selinunte non fu più riabitata: le foci intasate dei fiumi resero la zona malsana, dissuadendo così nuovi insediamenti. Si sa infatti che Selinunte era disabitata già alla fine del I secolo a.C.. A tal proposito, riportiamo qui sotto i link ad alcuni interessanti video-approfondimenti diffusi sul web:

Direttore del Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria – link video:

A Selinunte l’agorà più grande del mondo – link video:

Selinunte vista dal drone: in alzata – link video:

Selinunte vista dal drone: zenitale a giro – link video:

SICILIA – Selinunte – Segesta – Scopello – Agrigento [HD] – link video:

SELINUNTE – La Città degli Dei – Sicilia – link video:

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